Mozzarella dop e prodotti adulterati così la bufala è servita a tavola

Nei caseifici sono al lavoro dalle prime luci del giorno. Fanno bollire il latte, rompono la cagliata, filano  l’impasto, modellano le forme. Mozzarella fresca, di bufala campana. Quella vera, a denominazione di origine protetta, la dop, è prodotta con latte intero, munto negli allevamenti di razza mediterranea che si trovano entro confini ben delimitati di nove province, nel Centro-Sud Italia. Lì dove, per ottenere il marchio di qualità, gli imprenditori sono tenuti a rispettare regole precise. Ma, secondo una stima del Consorzio di tutela, almeno 7 milioni di chili di dop contraffatta sono immessi ogni anno sul mercato nazionale e all’estero: vale oltre 100 milioni questo business fuorilegge. Ecco le truffe più insidiose, al centro di alcune inchieste giudiziarie. Bufale, queste, dal retrogusto amaro.


“Aiuto, mi si è ristretta la cura” spending review e disagi in Italia

Rimandati a casa. Niente operazioni programmate, niente accertamenti diagnostici, posti letto cancellati, niente liquidi di contrasto per le risonanze magnetiche, blocco del turn over… La scure dei tagli alla sanità viene calata senza distinguo e chi ne fa le spese sono i cittadini che hanno bisogno di cure. Il caso Lazio è forse il più emblematico perché la regione è quella che più affoga nel deficit della sanità (oltre 14 miliardi di euro accumulati in dieci anni) Ma disagi e proteste si verificano ovunque. Alle inadempienze delle regioni si aggiungono gli effetti dei tagli della legge finanziaria di Giulio Tremonti e della spending review di Mario Monti e Renato Balduzzi. Ma in attesa della riorganizzazione dell’intero sistema i tagli producono queste quotidiane difficoltà in tutt’Italia: lista ragionata (e certamente parziale).
L’inchiesta a doppia firma con Fabrizio Paladini su Panoramalink

Stamina, calvario dei bimbi campani: partono per curarsi 46 al giorno

È il calvario dei bimbi curati per sentenza. Di Aurora, Giovanni, Mattia. Con i loro genitori, schiacciati dalla gravità di malattie dai nomi inauditi. In viaggio nella notte senza termine. Perché non c’è la fine di un incubo. «C’è solo l’inizio di un percorso di speranza» racconta Mario R., un papà napoletano che ha ottenuto il via libera al metodo Stamina attraverso il ricorso ai giudici. Sua figlia è stata ricoverata l’8 e 9 luglio 2013 agli Spedali civili di Brescia ed è tra i primi pazienti provenienti dalla Campania ad avere accesso al trattamento, al centro di un acceso dibattito e polemiche. Ma questa è solo l’ultima trafila.
L’inchiesta su Il Mattino: link

Cura Di Bella, malati ancora in coda il conto lo paga la sanità pubblica

Ricordate la cura Di Bella? Continua ad attrarre pazienti: a volte delusi dai risultati delle terapie tradizionali, altre volte spaventati dagli effetti della chemio. A distanza di 15 anni dalla sperimentazione, bocciata senz’appello, gli ammalati sono ancora in coda davanti allo studio del professore dell’ultima speranza. E affollano pure le aule dei tribunali: in prima linea nella battaglia tra scienza e coscienza, con esiti persino più paradossali di quelli segnalati di recente per il metodo Stamina. S’incrociano storie diverse, che attraversano l’Italia, a giudicare dai racconti e dai dati diffusi da Giuseppe Di Bella, medico al lavoro nel nome del padre: dal 1998 al 2014 soltanto i pazienti curati per sentenza sono oltre duemila che hanno avuto concesso questo metodo su ricorso presentato alla magistratura. In questo caso, curati a spese dello Stato.
L’inchiesta su Il Mattino

Una poliziotta tra le donne del boss “Io, infiltrata a Gomorra”

Ha finto di essere una casalinga, per otto mesi ha vissuto a Casal di Principe con un falso marito e un’identità fittizia. Ha toccato il muro di omertà del paese, ma è riuscita a seguire da vicino le donne di Antonio Iovine. Grazie a lei (e a otto colleghi) il 17 novembre 2010 uno dei più boss più pericolosi (oggi pentito) è finito dietro le sbarre. L’inchiesta su Panorama

Sanità, prezzi a confronto in Italia quando il ticket non conviene

Siamo al paradosso: curarsi nel privato è diventato il modo per risparmiare, tempo e denaro. Come dimostra questa inchiesta esclusiva che mette a confronto i prezzi regione per regione. Risultato? La sanità è un salasso. Cifre e riflessioni mentre si discute di una revisione del sistema nazionale di compartecipazione alla spesa.

Morbo Alzheimer, la sfida del secolo come affrontare i primi segnali

Mai mandare in pensione il cervello. Lo dimostrano un esperimento unico nel suo genere, appena concluso al Cnr di Pisa, e le storie di tre persone che affrontano con buoni risultati i primi segnali di declino cognitivo.

C’è da spostare una casa (anzi 50mila) prima che ci pensi il Vesuvio

Una foresta di edifici circonda il vulcano. Eppure, nonostante il pericolo di una eruzione catastrofica, si continua a costruire. L’inchiesta su Panorama

“Mafie, vi raccontiamo come cresce un bambino testimone di ingiustizia”

Testimoni di ingiustizia. Alcuni, da piccolissimi, hanno assistito all’agguato e sono rimasti orfani di un genitore. Come i fratellini della strage di Palagiano, nel Tarantino, che hanno finto di essere morti per salvarsi, rannicchiati sui sedili dell’auto, una Matiz rossa diventata la tomba della loro mamma e del piccolo Mimmo, nemmeno 3 anni, ucciso sulle gambe del vero obiettivo dei sicari. Ex bambini raccontano in che modo hanno affrontato il trauma. L’inchiesta su Panorama

Sul Mattino la storia di Irene, 2 anni la bimba aspetta un cuore nuovo

Irene, calamita di sguardi e di pensieri. La bimba di Scampia, che ha commosso l’Italia, a settembre scorso trasportata con un volo speciale a Bologna per le cure salvavita, è in rianimazione all’ospedale Monaldi di Napoli. Tornata a casa, la piccola, afflitta da miocardite, ha avuto un arresto cardiaco e l’hanno salvata gli stessi medici partenopei che non avrebbero potuto darle assistenza. Ora la bambina di due anni aspetta un trapianto. La sua storia accende un faro sulla rete della sanità e della solidarietà, entrambe fondamentali, ed è raccontata sul Mattino oggi in edicola e rilanciata sul sito internet del giornale (link)