Emergenza Alzheimer

È il prezzo che paghiamo, forse il più caro, per una vita sempre più lunga. Un bambino su tre di quelli nati quest’anno, dicono alcune stime, quando sarà vecchio soffrirà di qualche forma di demenza. Già oggi, nel mondo, la demenza, di cui l’Alzheimer è la forma più diffusa, riguarda circa 46 milioni di ammalati (che saranno 131 nel 2050). In Italia le persone affette da patologie cognitive legate all’età sono 1 milione e 241 mila, e 70 mila i nuovi casi l’anno. I costi di questa emergenza sanitaria e sociale, che già superano in Italia i 37 miliardi di euro l’anno, con il tempo diventeranno insostenibili. Sia per lo Stato, sia per chi ha un malato in casa. Il dramma dell’Alzheimer travolge infatti non solo chi ne è colpito, ma anche i familiari. E molto (troppo) dipende da dove si vive. Il Piano nazionale per le demenze ha zero finanziamenti e tante diverse realtà locali: criteri e modelli organizzativi cambiano da una Regione all’altra, così come cambia il contributo della Regione sia nell’assistenza domiciliare, se si sceglie di curare il genitore con Alzheimer in casa, sia nel pagamento della retta se si decide di affidarlo a una struttura specializzata…

Siamo rari, ma vogliamo contare

Siamo rari, ma vogliamo contare

Tumore al seno, anche più di tre mesi di attesa per l’intervento chirurgico

Somiglia a una Ferrari che, rimanendo a corto di benzina, procede al ritmo di una Panda. L’Istituto Pascale è un motore potente per le cure anticancro a Napoli e in Campania: supera il traguardo dei 10 mila ricoveri all’anno, trascina verso la guarigione ammalati di ogni età. Ma l’attesa per l’intervento è un calvario. Per la chirurgia al seno, una delle prestazioni più richieste, occorre aspettare anche più di tre mesi…

L’articolo sul Mattino (link)

Irene ha lasciato la rianimazione appello per le donazioni degli organi

L’articolo sul Mattino (link) corredato dalle prime foto della bimba di due anni afflitta da una grave cardiopatia e tenuta in vita grazie a un cuore artificiale: Irene non è più in rianimazione ma resta in attesa di trapianto e, con i suoi occhi chiari, è diventata un’icona in sostegno della donazione degli organi (link con il video appello dei vip dedicato alla piccina e a tutti gli altri bambini ammalati).

Per saperne di più: link del ministero della salute

Catania neonata muore in ambulanza 10 domande per evitare altre tragedie

Una neonata è morta in ambulanza, il 12 febbraio, in un viaggio disperato a Ragusa da Catania perché tutti posti in terapia intensiva nella sua città risultavano occupati. Dieci domande per evitare altre tragedie.

1. Le linee guida internazionali prevedono punti nascita oltre i mille parti all’anno e sottolineano che quelli più sicuri hanno la terapia intensiva neonatale e la rianimazione. Le donne sono informate?

2. Ci sono strutture ben al di sotto degli standard indicati dal ministro alla salute, Beatrice Lorenzin, cioè al di sotto dei 500 parti all’anno. Di chiuderle si parla da tanto, troppo tempo. La svolta, se non ora, quando?

3. Anche in clinica va garantita l’immediata assistenza al neonato in attesa di un trasferimento in un centro specializzato, se necessario. Ma quanti centri, privati e convenzionati, sono attrezzati?

4. Riconoscere subito i sintomi di una complicanza, respiratoria e non solo, è fondamentale per non perdere tempo prezioso. Tutti i punti nascita in Italia hanno équipe preparate e pronte a intervenire?

5. Solo in Campania sono addirittura tre i reparti di terapia intensiva neonatale senza punto nascita. Che si fa per eliminare controsensi evidenti?

6. E i posti di terapia intensiva neonatale sono sufficienti o comunque attrezzati per fronteggiare qualunque tipo di emergenza?

7. L’organizzazione, dai posti letto al personale qualificato, è adeguata anche per risolvere gravi patologie chirurgiche?

8. Sempre in Campania c’è un 118 dedicato esclusivamente ai neonati. Perché manca in Sicilia?

9. Nel resto d’Italia, come funziona il servizio di trasporto neonatale?

10. All’inizio, una donna incinta brancola nel buio. Come può farsi una sua idea e mettere a confronto i diversi punti nascita, se non ha a disposizione una “guida” completa?

“Aiuto, mi si è ristretta la cura” spending review e disagi in Italia

Rimandati a casa. Niente operazioni programmate, niente accertamenti diagnostici, posti letto cancellati, niente liquidi di contrasto per le risonanze magnetiche, blocco del turn over… La scure dei tagli alla sanità viene calata senza distinguo e chi ne fa le spese sono i cittadini che hanno bisogno di cure. Il caso Lazio è forse il più emblematico perché la regione è quella che più affoga nel deficit della sanità (oltre 14 miliardi di euro accumulati in dieci anni) Ma disagi e proteste si verificano ovunque. Alle inadempienze delle regioni si aggiungono gli effetti dei tagli della legge finanziaria di Giulio Tremonti e della spending review di Mario Monti e Renato Balduzzi. Ma in attesa della riorganizzazione dell’intero sistema i tagli producono queste quotidiane difficoltà in tutt’Italia: lista ragionata (e certamente parziale).
L’inchiesta a doppia firma con Fabrizio Paladini su Panoramalink

Stamina, calvario dei bimbi campani: partono per curarsi 46 al giorno

È il calvario dei bimbi curati per sentenza. Di Aurora, Giovanni, Mattia. Con i loro genitori, schiacciati dalla gravità di malattie dai nomi inauditi. In viaggio nella notte senza termine. Perché non c’è la fine di un incubo. «C’è solo l’inizio di un percorso di speranza» racconta Mario R., un papà napoletano che ha ottenuto il via libera al metodo Stamina attraverso il ricorso ai giudici. Sua figlia è stata ricoverata l’8 e 9 luglio 2013 agli Spedali civili di Brescia ed è tra i primi pazienti provenienti dalla Campania ad avere accesso al trattamento, al centro di un acceso dibattito e polemiche. Ma questa è solo l’ultima trafila.
L’inchiesta su Il Mattino: link

Cura Di Bella, malati ancora in coda il conto lo paga la sanità pubblica

Ricordate la cura Di Bella? Continua ad attrarre pazienti: a volte delusi dai risultati delle terapie tradizionali, altre volte spaventati dagli effetti della chemio. A distanza di 15 anni dalla sperimentazione, bocciata senz’appello, gli ammalati sono ancora in coda davanti allo studio del professore dell’ultima speranza. E affollano pure le aule dei tribunali: in prima linea nella battaglia tra scienza e coscienza, con esiti persino più paradossali di quelli segnalati di recente per il metodo Stamina. S’incrociano storie diverse, che attraversano l’Italia, a giudicare dai racconti e dai dati diffusi da Giuseppe Di Bella, medico al lavoro nel nome del padre: dal 1998 al 2014 soltanto i pazienti curati per sentenza sono oltre duemila che hanno avuto concesso questo metodo su ricorso presentato alla magistratura. In questo caso, curati a spese dello Stato.
L’inchiesta su Il Mattino

Sanità, prezzi a confronto in Italia quando il ticket non conviene

Siamo al paradosso: curarsi nel privato è diventato il modo per risparmiare, tempo e denaro. Come dimostra questa inchiesta esclusiva che mette a confronto i prezzi regione per regione. Risultato? La sanità è un salasso. Cifre e riflessioni mentre si discute di una revisione del sistema nazionale di compartecipazione alla spesa.