È il prezzo che paghiamo, forse il più caro, per una vita sempre più lunga. Un bambino su tre di quelli nati quest’anno, dicono alcune stime, quando sarà vecchio soffrirà di qualche forma di demenza. Già oggi, nel mondo, la demenza, di cui l’Alzheimer è la forma più diffusa, riguarda circa 46 milioni di ammalati (che saranno 131 nel 2050). In Italia le persone affette da patologie cognitive legate all’età sono 1 milione e 241 mila, e 70 mila i nuovi casi l’anno. I costi di questa emergenza sanitaria e sociale, che già superano in Italia i 37 miliardi di euro l’anno, con il tempo diventeranno insostenibili. Sia per lo Stato, sia per chi ha un malato in casa. Il dramma dell’Alzheimer travolge infatti non solo chi ne è colpito, ma anche i familiari. E molto (troppo) dipende da dove si vive. Il Piano nazionale per le demenze ha zero finanziamenti e tante diverse realtà locali: criteri e modelli organizzativi cambiano da una Regione all’altra, così come cambia il contributo della Regione sia nell’assistenza domiciliare, se si sceglie di curare il genitore con Alzheimer in casa, sia nel pagamento della retta se si decide di affidarlo a una struttura specializzata…